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martedì, marzo 27, 2007

Studio delle ripercussioni sulla psiche umana del consumo di pop corn al cinema

Mi piace molto mangiare il pop corn al cinema.
Mi piace finirlo entro i trailers.
Mi piacciono i trailers lunghi e complessi.

Mangiare durante il film è odioso, irritante, in sostanza orribile. Questo continuo "crunch crunch", non lo reggo proprio, il rumore costante e ripetitivo delle mie mascelle che triturano mais scoppiato. Perchè è chiaro che il gesto di mangiare pop corn è assolutamente meccanico, privo di qualunque imperfezione, cadenzato come il tic tac di un orologio e si ferma solo quando le dita unte sentono il fondo, lo tastano tutto e sono ben certe che non ci sia più nulla.

Capita però che il film sia un po'...crudo, e la sala un po'...avvolgente, e il patto narrativo un po'...stretto, sono i casi in cui ci si trova nel film, ma dentro dentro.
Quando te la fai addosso se è horror, quando ti schifi se è sanguinario, o ti viene il magone se è di quelle palle tristissime dove il protagonista muore in maniera eroica o no, il pop corn è essenziale.
Ti ricorda che le tue funzioni vitali sono scollegate dall'esito del film.

Spiego meglio. Qualunque cosa accadrà, qualunque sia la calamità, la malattia, l'incidente, la tragedia che si beccherà il figo di turno le tue funzioni digestive proseguiranno tranquillamente, insomma non sei li, non ci puoi essere e la tua comoda poltroncina è effettivamente una comoda poltroncina.

L'altra sera, mentre vedevo 300, il pop corn era finito.


O.

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Evoluzione




Arriva in ritardo...ma che volete sono una ragazza molto impegnata.
Questo post parla di evoluzione, nello specifico dell'evoluzione della mia amiconza F. (ovvero del 50% dei miei lettori).

F, chiamata così per motivi di sicurezza, finalmente è passata dal suo lato semi-larvale di nullafacente parassita della società, a quello radioso di stramegaimpegnatissimaefficientissima,figanonchèenglishfluentlyspeaker (per i meno attenti: stra - mega - impegnatissima - efficientissima - , (a lei piace la punteggiatura) - figa - nonchè (ci sta sempre bene) - english - fluently - speaker) lavoratrice modello...veramente deve ancora iniziare, ma la nostra F ci riempie sempre d'orgoglio, anche quando fa quintali di cacca.

Sorvoliamo le cavolate che potrei dire e andiamo al nocciolo: FORZA FA (bando alla segretezza), FAGLI VEDERE CHI SEI, e tieni alto il nome dell'abbbbbbbbruzzzzzzzzzzo nel mondo.

Baci baci

O.

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giovedì, marzo 15, 2007

Potevo mettere le ali

Questa mattina potevo mettere le ali, nel senso di rimanerci, tirare le cuoia, restarci stecchita e sinonimi...andiamo nello specifico:
dopo essermi lavata e vestita torno in camera a truccarmi e se to "takk", lo stesso rumore che avevo sentito ieri sera e a cui non avevo prestato attenzione. Questa mattina invece al takk è seguito uno spatacrack...

???????????

Incerdula, in ritardo, incazzata e rassegnata corro in cucina a cercare il danno, temendo già che il mio preziosissimo scolapiatti Ikea trovato in offerta dopo anni di ricerche avesse fatto una brutta fine...invece no, in cucina tutto taceva...torno in camera, ritardo ritaaaaardoooooo...ma passo davanti al bagno.
Schegge bianche ovunque anche nella vasca, brevemente ricollego, non erano stati i bicchieri, ne i piatti, ne i coinquilini maldestri, ma semplicemente la plafoniera del bagno aveva deciso che non era più il caso di star li e si era spatasciata al suolo in maniera decisamente teatrale. Ed io ero in ritardo...pulisco velocemente ed esco.

Solo due ore dopo, raccontando la storia in ufficio mi rendo conto che potevo non essere li per raccontarlo...5 minuti prima e la prendevo in testa, ed ora vi raccontavo sta storiella dall'alto dei cieli...

...ma siamo sicuri che mi facevo male io???????


ciau

dal paese delle casualità Ottavia

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lunedì, marzo 12, 2007

Sintetico appunto della mia vita fino ad ora

Carissimi frequentatori del blog sono tornata.

Dopo un periodo di buio totale torno ad affacciarmi in queste virtualpaginette sperando di annoiare ancora un numero indeterminato di neuroni di Fausta e Livia.

Sintetico appunto delle ultime vicende che mi riguardano:

mi sono laureata

Sembra poco...ma tra una cosa e l'altra è stata un po' una tortura.
Principalmente il problema era la voglia: era pari a zero, ma non solo quella di finire la tesi, ma anche quella di laurearsi. Mi pareva uno sbattimento inutile, dovevo agitarmi per niente, invita questo invita quello, fai questo, compra quello...che nooooiaaaaaa!!!!!

Intanto passavano i giorni e saliva l'angoscia "non ce la farò mai"..."Faaaaaaa, non so scrivere" (si sa, nei momenti peggiori si perdono di vista le cose principali).
Poi, a due giorni dalla data fatale, quando ormai tutto era consegnato, è arrivata la mia famiglia: una sana famiglia abruzzese, di quelle che ci tengono alla laurea della pargola, che versano più di una lacrima già una settimana prima "perchè è meglio arrivare preparati" di quelle che "ma che vuoi andare vestita così? no no andiamo a comprare qualcosina"...e quindi anche i due ultimi giorni, quelli che dovevano essere dedicati allo svacco pre-laurea, sono stati un continuo saltellare da un negozio all'altro in cerca "del vestito".

"Ma che ti vuoi laureare con la giacca?"
"Veramente mi è indifferente"
"Ma come, non vorresti qualcosa di più particolare?"
"E va be ho queste cose qui"
"Ma io ti vedevo con qualcosa di meno banale"
E si finisce a comprare un completino gonna maglia che per metterlo serve una laurea in ingegneria..."però eri la più bella" dirà la nonna. "Ero l'unica ragazza" risponderà la nipote.

Discussione, parenti, amici, cazziatoni ai prof: non mi sono fatta mancare nulla! Evviva Dottoressa!!!!!!!!!!!

Cibo cibo cibo!!!!!!!!

Ora sono nello svacco più totale, la mia mente ha un solo problema: il mal di denti.
Sto mettendo troppo giudizio, tutto assieme...e i denti crescono.

E' iniziato il periodo pantofola selvaggia, non voglio sentire altro, ho del sonno da recuperare...denti fermi li, non crescete più!

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